Il Sistema Bibliotecario “Monte Linas” e la Biblioteca dell’Istituto di Formazione Teologica Permanente di San Gavino Monreale propongono la visione del film “Maria Maddalena” del 2018, diretto da Garth Davis e girato principalmente nel sud Italia a Matera, Gravina in Puglia, Crispiano, Napoli, San Vito lo Capo, Custonaci e Trapani.
TRAMA:
Terra Santa, primo secolo A.C., una giovane donna lascia il suo piccolo villaggio di pescatori e la famiglia tradizionale alle spalle per unirsi ad un nuovo movimento sociale radicale guidato da un carismatico leader, Gesù di Nazareth, che sostiene che il mondo stia cambiando. Maria è in cerca di un nuovo stile di vita e di una genuinità che le viene negata dalle rigide gerarchie dell’epoca. Mentre la notorietà del gruppo si diffonde e sempre più gente inizia a seguire il messaggio ispiratore di Gesù, il viaggio spirituale di Maria la pone al centro di una storia che la porterà alla città di Gerusalemme dove si troverà ad affrontare la realtà del destino di Gesù e il suo posto in quest’ultimo.
Introduzione-commento del film di don Antonio Pinna, co-direttore dell’Istituto di Formazione Teologica Permanente di San Gavino Monreale, che ringraziamo vivamente per la disponibilità:
Prima o dopo aver visto il film “Maria Maddalena”
Il film “Maria Maddalena”, con Rooney Mara, fa parte di quei film che vengono subito disapprovati, con toni anche violenti, soprattutto dai recensori di religione cattolica, che, mentre guardano un film, sembrano voler dimenticare che stanno guardando un film e non una ricostruzione storica, che poi in ogni caso giudicherebbe “oggettiva” solo se riproduce ciò che essi sembrano già sapere alla perfezione.
Chi vorrà usufruire del servizio offerto dalla biblioteca dell’Istituto di San Gavino non farà fatica, se interessato, a trovare sulla rete ogni genere di simili disapprovazioni, che, in questa recensione, ci risparmiamo.
Vorremmo, invece, partire dalla frase del vangelo di Luca che è alla base di tutte le elucubrazioni, filmiche o romanzesche, sul personaggio di Maria la Maddalena, e cercheremo di vedere come in realtà essa è alla base di molte delle “libertà” storiche e ideologiche (i critici parlano di “strafalcioni”), rimproverate alla “ignoranza” o alla “disonestà” del regista (Garth Davis) e delle due sceneggiatrici (Helen Edmundson, specializzata nell’adattamento cinematografico di classici della letteratura, e Philippa Goslett), colpevoli tra l’altro di non aver elencato nessun teologo “consulente” (quasi che i teologi abbiano l’esclusiva delle uniche opinioni attendibili di cui tener conto in questo campo di “ricreazioni artistiche” e non “documentarie”).
Allora, l’evangelista Luca, di cui sono note le preoccupazioni di “storico”, oltre che di “evangelista”, dice: «In seguito, egli [Gesù] se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, [la] chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni» (Lc 8,1-3).
Diverse cose sono notevoli in questa frase, che l’evangelista costruisce personalmente di proposito, sfruttando delle tradizioni non conservate allo stesso modo dagli altri vangeli.
La prima, è il parallelismo deliberato fra il gruppo maschile dei “Dodici” e il gruppo femminile delle tre donne che nomina e delle “molte altre” che lascia senza nome. Il parallelismo, pur senza arrivare a una contrapposizione, è tanto più notevole, in quanto è la prima volta che i “Dodici” appaiono come tali. Essi dunque appaiono non isolati, ma subito in relazione, gruppo maschile, a dir il vero ancora senza vera comprensione del “maestro”, affiancato a un gruppo femminile, di cui, in più, si dice la funzione importante: “li servivano con i loro beni”. Sullo sfondo di questo parallelismo, assume rilievo il fatto che «Maria, la chiamata Maddalena» è nominata qui per prima, secondo una tradizione presente anche negli altri vangeli (cf. Mc 15, 40.47; 16,1; Mt 28,1.9-10; Gv 20,1-18). Il motivo non detto di questa “preminenza di fatto” lascia spazio a diverse ipotesi. Non si potrà rimproverare ai diversi artisti, dalla pittura alla letteratura alla cinematografia, di aver tenuto conto di questo “spazio vuoto” (anche se certo non del tutto) sfruttandolo di volta in volta in vista dell’intento della loro opera “artistica”, appunto, e non “storica”. Un lettore o spettatore “corretto” saprà distinguere quelle ipotesi che restano coerenti con l’insieme dei racconti evangelici, ma, nella distinzione, non arriverà a togliere per principio all’artista la libertà di sviluppare un’idea che trova nei testi stessi il suo spunto.
In secondo luogo, questa funzione di supporto rafforza l’importanza della semplice presenza femminile al seguito del “maestro”, dato che, in quel contesto religioso e sociale, nessun altro maestro ammetteva donne discepolo (anche se accettavano aiuti economici dalle donne). Che queste donne al seguito di Gesù, poi, avessero un ruolo così importante, implica per esse un forte grado di libertà sociale, anche per il fatto che solo per una di esse si nomina il marito (che non sembra nominato per il solo fatto di essere un funzionario della corte di Erode). Queste donne, dunque, sembrano seguire Gesù non solo per una decisione altrettanto libera di quella dei Dodici, ma anche, verosimilmente, come conseguenza della “guarigione” ricevuta dal Maestro, guarigione, viene detto da “spiriti cattivi e infermità”. E per «Maria, la chiamata Maddalena» si aggiunge che da essa «erano usciti sette demoni». Questa dicitura non autorizza assolutamente ad attribuire a Maria un passato da prostituta. Sembra invece possibile immaginare (ed evidentemente, tanto per ricordare di cosa stiamo parlando, il regista lo ha “immaginato”) una forte esclusione sofferta da Maria e dalle altre donne nel loro ambiente familiare e sociale. Se ora seguono il maestro sarà per godere e rafforzare una libertà e una indipendenza insperata, e non tanto per ripagare un “debito” non più comprensibile come tale nell’insieme del messaggio di amore gratuito già presentato poco prima dal vangelo, e proprio in una scena che contrappone un fariseo e una prostituta riabilitata (Lc 7,40-47).
In terzo luogo, sarà da non trascurare, e, certo, nemmeno sopravvalutare, il linguaggio usato dall’evangelista, quando dice che queste donne «li servivano con i loro beni». “Servire” ha la connotazione, nella seconda opera di Luca, gli Atti degli Apostoli, quando parla della chiesa primitiva, di “servire alla mensa”, ma questa immagine diventa metafora e sinonimo di un compito “ministeriale” e “dirigenziale”, all’interno delle comunità cristiane (cf Lc 4:39; 10:40; 12:37; 17:8; 22:26–27; Acts 6:2). Senza forzare il senso dell’elenco delle donne qui riportato, e che in altri contesti indica anche un rango ministeriale, qui le donne condividono con i Dodici, ancora tardi a capire e senza alcun particolare incarico, la pari dignità di «essere con» il Maestro, tanto da non poter di per sé escluderle dal gruppo dei “settanta” discepoli che tra poco Gesù invierà nei paesi dove lui stava per recarsi (Lc 10,1). Presentandole poi come “testimoni itineranti” dei benefici operati dal Maestro, Luca anticipa il ruolo fondamentale che le donne avranno nel seguito del racconto evangelico come prime testimoni della risurrezione, che proprio esse hanno l’incarico di annunciare ai discepoli maschi. Se anche in questo caso gli artisti tengono conto di questo “primato” per sviluppare una loro idea, non potrà essere loro imputato a “strafalcioneria storica” se non da chi si dimostra incapace di distinguere un film da un documentario. (Antonio Pinna)
Il cast:
Diretto da:
Sceneggiatura:
Helen Edmundson e Philippa Goslett
Chiwetel Ejiofor Pietro Tahar Rahim Giuda
Ariane Labed Rachele Denis Ménochet Daniele
Lubna Azabal Susanna Tchéky Karyo Elisha
Charles Babalola Andrea Tawfeek Barhom Giacomo
Ryan Corr Giuseppe Uri Gavriel Filippo
Shira Haas Leah Tsahi Halevi Ephraim
Michael Moshonov Matteo David Schofield Tommaso
Scene dal film:
Approfondimenti:
- Una riflessione sul film
- Il film su Wikipedia
- Recensione su “L’avvenire.it”
- Scheda del film su “Sentieri del cinema”
- Valutazione della Commissione Nazionale
- Recensione su “La sepolturadellalettura.it”
Photogallery:
Per chi fosse interessato alla visione integrale del film, il dvd è disponibile per il prestito nella Biblioteca dell’Istituto di Formazione Teologica Permanente di San Gavino Monreale in Via Diana n. 11
In alternativa è possibile vedere il film, a pagamento, sul seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=ddlPRFO3EZY